Dalla parte di Po Grande Riserva MaB

Questo è il “manifesto” degli Amici di PoGrande

Noi siamo radici

Fra le sponde di Pavia, Lodi, Cremona, Mantova, Piacenza, Parma, Reggio e Rovigo, in ciò che definiamo corso medio del Po, fioriva per secoli una
specialissima civiltà contadina che era anche civiltà di fiume.
Traghettatori e osti, scarriolanti, barcaioli e marinai d’acqua dolce, pescatori, cordai, cestai, filatrici e molinari, agenti del dazio e dogane e, quindi, contrabbando…
Questo era il fiume Po, le cui radici vivono tuttora vivissime nei borghi e nei
tanti campanili che segnano lo scandire del tempo. Oggi le competenze delle genti di Po sono sicuramente moderne, ma il successo che nei rinomati luoghi di ristorazione e nei “festival” enogastronomici riscontrano specialità di chiara eredità contadina, ci riportano al centro di questa ricchezza: i saperi e le sapienze maturate dal Po.

Eccoci a “Po Festival”, splendida intuizione di Massimo Spigaroli, convinto ambasciatore del Fiume Po nel mondo e fra i primi Amici di PoGrande.

Sono anche eventi di accoglienza, di filiere, di tracciabilità, di trasformazioni
legate al pioppo, agli allevamenti, quando non di produzioni affini alla natura
delle piante arbustive fluviali: salici, saggine, pennelli, scope.

Le tante eccellenze enogastronomiche che oggi sono il simbolo di questa terra hanno origini lontane, sono impregnate delle terre fertili del Po e dell’ambiente che le caratterizza. Ed è con orgoglio che la gente di Po continua a sentirsi figlia del Po.

Noi siamo letteratura

Il mondo ascolta le armonie di Verdi e conosce ciò che accade intorno al fiume
Po dall’ironica penna di Giovannino Guareschi come dalle più drammatiche
penne di Alessandro Manzoni, Riccardo Bacchelli, Diego Valeri, Giorgio Bassani. Anche Cesare Zavattini e Mario Soldati hanno scritto bellissime pagine sugli uomini e sulle atmosfere del Po. Ma se tanta letteratura ha avuto il fiume e i suoi affluenti come scenario il motivo va ricercato in quel continuo
affacciarsi di civiltà, incontri e speranze che l’incontenibile natura del Po ha
richiamato sulle sue sponde, nei paesi e nei centri che vi si affacciano.

Noi siamo fertili

La terra di fiume, massimamente fertile per natura, ha saputo rendere fertile
anche la nostra civiltà. La percezione del paesaggio è di enorme vastità: la trama quadrata orizzontale dei campi a perdita d’occhio è segnata da filari di maestosi pioppi cipressini – lungo argini, viali o ingressi alle cascine – da boschetti di pioppi o da grandi masse boschive; il Po e gli argini sono presenti ma non in primo piano. Prevalgono distese colorate di prati e di campi coltivati, i fossi e le rogge, le chiuse i filari di gelsi, i boschetti con le feste dei paisan.

Noi siamo immaginario

Eridano, antico nome del nostro fiume, ha visto avvicendarsi fra le sue rive
infinite pagine di storia. Chissà che ne è, ad esempio, dei veterani della X
Legio Narbonense, la fedelissima di Giulio Cesare, a cui furono concesse
terre proprio qui, intorno a Cremona. Oggi, tanto i legionari romani quanto
i mestieri tradizionali del Po paiono vivere di suggestioni. Fra acque, golene e boschi di pioppo hanno anche abitato personaggi strani e anche belve feline ed esotiche, frutto fantasia surreale di Ligabue. L’immaginario del Po non muore mai… è questa la potenza della nostra straordinaria immagine.

La strada lungo il PoNoi andiamo in bicicletta

Guardando le acque e “ascoltando” i boschi, percorrendo i sentieri a piedi o in bicicletta sugli argini, il ritmo del Po sposa perfettamente il ritmo delle due ruote, simbolo di un tempo ritrovato edi un muoversi naturale. La Riserva MaB UNESCO è anche un modo per promuovere accoglienza e cultura, natura e piacere di vivere.

Noi siamo liberi

La Riserva MaB ci permette di mantenere in vigore i nostri strumenti
urbanistici, ci lascia liberi di scegliere il nostro futuro alla luce di una responsabile sostenibilità; d’altro canto il nostro Po è già uno dei territori più
tutelati, con vincoli paesaggistici e idrogeologici.

PoGrande - sponda cremoneseIl nostro mondo nel mondo

La pluralità delle ricette di cucina che si muovono intorno al Po danno l’esatta sensazione della ricchezza di “profumi” identitari e complementari che albergano la nostra pianura rivierasca.
PO GRANDE è credere in questa identità e condivisione di valori a partire dalle nostre radici e, di paese in paese, dalle nostre differenze. È una profonda armonia in grado di valorizzare una visione d’insieme utile a posizionare il nostro mondo nel mondo.
Già le antiche dogane segnavano l’incontro con lo straniero. Oggi la parola “straniero” può incutere una certa distanza. Ma quello straniero prima ospite e poi ambasciatore della nostra ospitalità e che diffonde i nostri “racconti” nelle sue terre è una ricchezza che PO GRANDE non si lascia sfuggire: grazie ad una identità territoriale è possibile “selezionare” e qualificare lo stesso incoming turistico, con i benefici che tutti possiamo ben valutare.

Amici di PoGrande, una solidarietà generativa

Quando si parla di beni sociali e relazionali, occorre notare come lo scambio di esperienze sul posto, accompagnato da un corretto rapporto con la natura dei luoghi, sia in grado di generare una sostenibilità sociale di lungo periodo.
Nel momento in cui l’essere abitanti del Po assume un ruolo identitario, anche di guida e accoglienza nei confronti di terzi, viene inaugurata una modalità generativa di comportamenti virtuosi, partecipativi e solidali, di buon auspicio per la sostenibilità e la tenuta dell’intero sistema sociale.

Giugno 2018_MAB_locandina iniziative
Il ricco calendario di iniziative per sostenere e diffondere la candidatura MaB UNESCO di Po Grande

La struttura di Coordinamento della della Riserva MaB e  i Sindaci del territorio sono stati impegnati negli scorsi anni in una vera e propria corsa ad ostacoli. Guardando al passato: chi avrebbe mai pensato di condividere una delibera di Consiglio Comunale con un sindaco di un’altra Provincia e, pure, di un’altra Regione?
In PO GRANDE, nel percorso di candidatura a Riserva MaB, questo è accaduto. In fase di start up e di consolidamento della riserva stessa, noi continuiamo a stringere nuove alleanze e a coltivare una pluralità di partnership con gli stake holders del territorio. Il Comitato “Amici di PoGrande”, assieme agli amministratori locali e alle istituzioni coinvolte, è uno dei motori di questo percorso.